Falconeria e sopravvivenza

L’Unesco ha riconosciuto nel 2010 la falconeria, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La richiesta era stata avanzata dalle seguenti nazioni: Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Corea, Mongolia, Marocco, Qatar, Arabia Saudita, Spagna, Siria ed Emirati Arabi Uniti e altre associazioni dei falconieri di diversi stati.

La falconeria classica è un antica tradizione venatoria, dove il falco veniva utilizzato per procacciarsi del cibo e quindi per sopravvivere, da qui il filo conduttore tra falconeria e sopravvivenza.
Essa ha origini antichissime sembra sugli altopiani delle steppe asiatiche circa 4000 anni fa.
Le tecniche di falconeria sono state tramandate per centinaia di generazioni, passando per il medioevo dove ha avuto il massimo splendore fino ai giorni nostri, forse è la forma di caccia più completa e difficile.

Bisogna conoscere il falco il suo comportamento, alimentazione, anatomia, malattie, bisogna quasi diventare empatici con esso, capire in anticipo di cosa ha bisogno, poi si studia il territorio, la tipologia di selvaggina, quindi si affrontano scienze interconnesse.

Riuscire a catturare una preda dopo ore e ore di lavoro di addestramento con il proprio rapace è una soddisfazione senza precedenti.

Per saperne di più sulla falconeria in generale: https://it.wikipedia.org/wiki/Falconeria
 

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